MAKE-UP

MAKE-UP

Il trucco ha origini antichissime ed ha a che fare con la dimensione della bellezza, ma anche con l’espressione della propria identità. Eppure, in tempi recenti coloro che lo utilizzano sono talvolta soggetti a critiche e commenti disparati. Nonostante i pregiudizi di alcuni, tuttavia, è ormai chiaro che il makeup è un modo di esprimere le proprie emozioni, diventando anche in alcuni casi una vera e propria forma d’arte, che non ha nulla a che vedere con la ricerca di approvazione. Il makeup è un eccezionale strumento di potere sul proprio corpo, che permette a chiunque di mostrarsi ed essere come preferisce. Negli ultimi anni, poi, Millennial e Generazione Z stanno rivoluzionando ulteriormente i concetti di bellezza, così come il mercato della moda e del makeup, grazie alla loro voce e alla loro presenza online, sempre più forte e strutturata. Sono giovani, spesso hanno meno di 30 anni e hanno le idee molto chiare sul concetto di “bello” e su quanto sia importante riappropriarsene per ridefinirlo.

Il makeup non è una maschera, ma uno strumento di espressione artistica

Il trucco e la cosmesi hanno origini antichissime: truccare gli occhi, ad esempio, era una pratica in uso in tutta la Mesopotamia e nell’antico Egitto. Abbiamo evidenze archeologiche che coinvolgono anche gli antichi Greci e Romani. Il termine inglese makeup comunemente in uso e inteso come “to make up one’s face” (ovvero, sistemarsi il viso) fu coniato ufficialmente da Max Factor nel 1920. L’uso di questa locuzione ha origine nel mondo del teatro: un secolo dopo l’industria cosmetica continua ad abbracciare gli eccessi teatrali del trucco.

Il merito va tutto ai makeup artist e agli influencer, che sono riusciti a portare avanti un’idea di bellezza audace e gender-fluid, sovvertendo le regole dell’industria. Per questo, oggi il makeup non è più destinato a “migliorare” chi lo indossa, ma diventa uno strumento di espressione artistica a tutti gli effetti. Un modo per esprimere sé stessi contro tutte le convenzioni sociali in nome di un’imprescindibile autenticità, dell’inclusività e della body positivity. Sono questi i temi più rilevanti per le nuove generazioni e i trend che guidano le loro scelte.

Tra di loro, un esempio di questa tendenza è la blogger Grace Victory: nel suo canale YouTube “The Ugly Face of Beauty” parla liberamente del suo corpo e della sua immagine, rifuggendo dagli standard di bellezza imposti dalla moda o dalla società. È questa la forza dei nuovi attivisti: parlare di sé, abbracciando però l’individualità di ciascuno.

Bellezza fluida e gender-neutral

In principio fu la moda, e poi la tendenza (di cui Armani si rese capostipite) di sdoganare l’uso degli abiti dal taglio maschile anche per le donne. È stato quindi il turno dei profumi, che negli anni ’90 sono diventati unisex. Oggi questa neutralità sta coinvolgendo sempre di più il mondo della bellezza, anche grazie al gender-neutral make-up, una tendenza volta ad estenderne l’uso anche agli uomini. Anche il trucco diventa quindi uno strumento di inclusività, rappresentando un’ulteriore modalità per esprimere sé stessi e valorizzarsi, senza distinzione di genere.

E sono tanti i marchi, soprattutto giovani, ad aver abbracciato questo cambio di prospettiva. Citiamo ad esempio Fluide, il cui slogan è “Makeup for Everyone”, che ha come obiettivo quello di evolvere la concezione tradizionale di bellezza legata principalmente a volti femminili standard. La tendenza è internazionale: tra i brand deluxe lo stesso Armani Beauty è stato uno dei primi a riflettere sulla questione, lanciando sul mercato prodotti makeup e skincare dichiaratamente unisex.

Più che una gamma di prodotti, però, il gender-neutral makeup è un concetto che riflette l’evoluzione dell’approccio alla bellezza, da parte sia dell’industria cosmetica che del grande pubblico. L’esplosione della tendenza genderless e gender-fluid impone infatti nuove riflessioni: la bellezza può e deve essere una prerogativa solo femminile? Usare il makeup per esprimere la propria identità è concesso solo alle donne? Il web ha dato le sue prime risposte con il movimento virale #makeupisgenderless, che evidenzia il progressivo cambiamento culturale e si innesta sul trend di inclusione delle diversità, abbattendo ogni riferimento al genere, all’etnia o alla sessualità.

No alle regole imposte

Il makeup diventa oggi sempre meno “prescrittivo” per diventare piuttosto più giocoso e celebrativo. Invece di fornire consigli in modo univoco, il mercato beauty invita piuttosto a sperimentare, per esprimere la propria individualità. Celebrare il No Makeup Day – che tra l’altro cade tra un mese esatto, il 26 aprile – potrebbe quindi sembrare un controsenso. L’idea di fondo, però, è esattamente la stessa: dare spazio a modelli diversi, raccontando la bellezza senza etichette di alcun genere.

Nessuno è perfetto, e va bene così. Per questo, a partire dalla cantante Alicia Keys, che nel 2016 ha lanciato la sua sfida #nomakeup, tante celebrity e non solo, hanno aderito al movimento. Basta trucco, basta schiavitù, basta ricerca costante della perfezione. Per questo, il “no” del No Makeup Day non è rivolto all’uso dei cosmetici tout court, ma rappresenta un messaggio di disobbedienza verso l’utilizzo del makeup come un dovere individuale, un travestimento o un obbligo sociale.

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